2014-07-19

Chi l'avrebbe mai detto?

Mi piace pensare che per una strana serie di coincidenze, che mai avrei potuto prendere in considerazione prestando attenzione solo ad ogni singolo anello di quella intricata catena che è la vita e, tralasciando quindi il complesso, sarei arrivata a dove sono ora. 


Foto di gruppo con i The Sun e i ragazzi del workshop di vocal coaching.

La verità è che quattro anni fa avevo deciso, sebbene di malavoglia, di assistere allo spettacolo della Festa dei Giovani a Jesolo. Era il 2011. Anni prima, quando mi stavo preparando alla cresima, mi era stata data l'opportunità di andare a vedere lo spettacolo ma, per una serie di motivi che oggigiorno considero solo scuse, non l'avevo voluta cogliere. La realtà dei fatti sarebbe di fatto molto più complessa da spiegare. Ma la seconda occasione l'avevo voluta cogliere. Ebbene si, alla fine quella nuvolosa giornata di marzo era riuscita a rasserenarmi un po', lo spettacolo della festa era stato impeccabile, tanto che decisi di voler prendere parte attiva alla realizzazione di esso per l'anno successivo. Nel gennaio 2012 partivano le iscrizioni. Tra i vari workshop decisi di fare quello di canto moderno, il perché penso sia facile da indovinare. Fu un weekend stancante perché lavoravamo fino a tarda serata, ma eravamo alimentati da una vera gioia che non provavo da molto. L'unione fa la forza, ed era vero. In quei giorni mi ero divertita da morire, condividendo dei momenti speciali con molti altri giovani come me. L'unica cosa che ancora mi andava un po' stretta, dovuta principalmente ad una serie di motivi che non starò ora a spiegare, era il fatto di condividere dei momenti di preghiera. Ma il bello era che lo si faceva con altri giovani della mia stessa età, quindi in realtà se da un lato mi sentivo a disagio, dall'altro apprezzavo che ci fosse una realtà totalmente diversa da quella a cui ero abituata, dove le persone non andavano in chiesa per abitudine e non facevano il corso per la cresima col fine di ricevere soldi dai parenti (all'epoca avevo sentito anche questo). Finita la festa del 2012 già facevo il conto alla rovescia per quella dell'anno successivo. 


E arriviamo a Gennaio 2013. Nelle informazioni leggo che il workshop di canto di quell'anno si sarebbe chiamato "Vocal Coaching". WOW ho pensato. A seguirci il mitico Roberto Bassetti, con cui avevamo già lavorato l'anno precedente, e Gianluca Menegozzo dei The Sun. Okay - mi ero detta - forse sarà interessante. Come molti sapranno non ascolto musica italiana sebbene apprezzi e rispetti gli artisti come De Andrè che hanno fatto la storia della musica del nostro paese. Da piccola ascoltavo prefino Renato Carosone e mi piaceva, e anche molto. Ma crescendo avevo subito un'influenza impressionante da parte di artisti che cantano in lingua inglese e quindi non avevo mai voluto prendere nemmeno in considerazione quelli italiani, anche perché dentro sentivo che la musica di questi non riusciva a comunicarmi niente. Favorivo un po' Elisa poiché siamo coterranee e mi capitava soprattutto in passato di incrociarla per caso al supermercato, ma alla fine niente di che.  
Per la festa dei giovani del 2013 avevo però deciso di continuare a fare il workshop di canto, sebbene non avessi nemmeno mezza idea di chi fossero i The Sun. Anzi, in realtà ricordo che una sera facendo zapping mi ero imbattuta in una replica del FestivalShow, con un Francesco Lorenzi che cantava una delle canzoni del gruppo. Ricordo di aver pensato "Beh dai, non sembrano male...il tipo canta pure bene" ma poi era finita lì. Oggi rido al sol pensiero. All'epoca non sapevo chi fossero e che tipo di musica facessero, e in realtà credo non mi interessasse nemmeno.  Dopo pochi mesi però SBAM, eccoli di nuovo. "Beh fico, lavoreremo con il chitarrista dei The Sun!" Un nome a me sconosciuto, ma comunque una garanzia. Anche se in realtà ero più interessata alla parte canora della cosa, che all'idea di lavorare con la band, al tempo stesso la cosa mi intrigava parecchio. Quel venerdì di marzo arrivai a Mestre (i workshop si sarebbero svolti lì il venerdì e poi il sabato e domenica al Pala Arrex di Jesolo) senza aver la minima idea che quella mia piccola scelta, quel mio SI, mi avrebbe sconvolto in meglio l'esistenza (e per certi versi anche quella dei miei genitori, ma questa è un'altra storia).
I workshop partivano subito il pomeriggio, con un'ora di pausa per la cena, e proseguivano fino a sera inoltrata. Dovevamo lavorare principalmente su 5 canzoni che i ragazzi avrebbero poi suonato durante la festa della domenica: La Leggenda (nonché inno della FdG 2013), L'Alba Che Vuoi, Outsider, Strada in Salita e Ciò Che Rimane. I tempi erano stretti, tanto il lavoro perché eravamo qualcosa come trenta persone che dovevano imparare a memoria i testi e dovevano cantare suddivisi in base all'estensione vocale, quindi contralto, mezzo-soprano e soprano. Poche ore di sonno e tante di lavoro, per un risultato comunque gratificante.
 Il sabato eravamo andati in palazzetto per capire bene dove ci saremmo sistemati per lo spettacolo ed è lì che vedo gli altri tre (Francesco, Matteo e Riccardo) per la prima volta. Non conoscendoli mi ero limitata ad un semplice ciao seguito da un sorriso, ma ero comunque curiosa di vedere come avremmo lavorato insieme. Riccardo mi aveva particolarmente colpita perché era stato l'unico, a parte Gianluca, che ci aveva accolti con un abbraccio. Fu una lunga giornata di prove, ma lo spettacolo del giorno dopo fu incredibile. I The Sun non erano affatto male e anzi, mi piaceva la loro semplicità e sincera simpatia, caratteristiche piuttosto rare in un ambiente come quello musicale, dove una volta che si diventa famosi (di solito) ci si monta la testa e arrivederci. 
La settimana successiva avevo deciso all'ultimo di replicare l'esperienza dei workshop, ma questo giro facendo il workshop di stage in action per la Festa dei Ragazzi 2013. Caso voleva che quell' 8 marzo 2013 i The Sun tenessero un concerto testimonianza proprio al Pala Arrex di Jesolo, al che una volta finite le attività di gruppo a Mestre, avevamo raggiunto tutti insieme il palazzetto per assistere al concerto e divertirci sulle note di quelle canzoni che all'epoca non conoscevo, ma che adesso canto a squarciagola ogni volta che ne ho occasione. Le parole sincere dei ragazzi, i loro sguardi e la loro musica avevano iniziato a smuovere qualcosa dentro di me. Per certi versi la loro storia la sentivo anche un po' mia, tranne magari per la vita sfrenata da rockstar molto alla sesso, droga & rock 'n' roll. Attraverso le loro parole erano riusciti a colpirmi e a farmi ritornare indietro sui miei passi.
Fatta eccezione per le Feste dei Giovani, era da circa sette anni che non volevo aver più nulla a che fare con la Chiesa e la religione, a tal punto da dichiararmi agnostica. Avevo le mie ragioni e tutto ciò che riguardava questo ambiente mi irritava. Ma stavo male, e tutto pareva precipitare vertiginosamente sempre di più. Quel concerto unito alla testimonianza pura e genuina dei ragazzi aveva aperto uno spiraglio di luce nella mia vita, ma all'epoca ancora non lo sapevo. 
Continuavo a seguire i ragazzi attraverso la pagina Facebook della band, ma per mesi la situazione era tornata quella dei mesi precedenti all'esperienza a Jesolo. Mi era capitato però di leggere di un'iniziativa che di nome faceva Un invito, poi un viaggio. Incuriosita avevo letto sul sito web che la band aveva deciso di organizzare questo viaggio in Terra Santa assieme ad oltre 200 persone. Ma visto il costo complessivo avevo chiuso la pagina web senza più pensarci. 
I primi di gennaio mi trovavo ancora nel Regno Unito e mi stavo preparando per gli esami finali che mi attendevano di lì a poco. Ricordo che ero ritornata a guardare su Facebook e sul sito internet di quel viaggio dopo che una mia conoscente mi aveva detto che sarebbe partita assieme ai ragazzi come membro dello staff. Parlando con mia mamma su Skype le avevo detto che pareva un'esperienza interessante, sebbene non fossi mai stata molto attirata dal Medio Oriente. Terre pericolose. Guerra. Eh beh, in questi giorni poi non si parla d'altro quindi le mie paure e timori sono più che comprensibili. Lei mi aveva detto "manda la pre-iscrizione, ne parlo con papà e poi vedremo". 
Una volta tornata a casa l'idea di partire per quel viaggio pareva però più un no che un si. Ci tengo a precisare che erano mesi che non pensavo più ai The Sun, sebbene ricordassi con affetto l'esperienza e il lavoro svolto con loro l'anno precedente. Quasi come a voler dare un'ulteriore spinta al tutto, a metà gennaio avevo scoperto che da lì a poco avrebbero suonato il 1° Febbraio a Pordenone per il loro concerto acustico con testimonianza. Considerando il fatto che dopo pochi giorni avrei lasciato Bangor, adorabile cittadina del Galles dove avevo passato gli ultimi quattro mesi, per ritornare alla mia solita e noiosa quotidianità, vedevo quel concerto come una soluzione momentanea ai miei problemi legati alla monotonia universitaria e casalinga. Il meteo giocava però a mio sfavore: piogge abbondanti con tanto di strade allagate. Mio papà inoltre era svogliato e poco incline all'idea di fare cento chilometri per raggiungere un posto che poteva esser benissimo stato sommerso dall'acqua. Del resto Pordenone è abbastanza famosa per questo problema. Ma il mio fare da brava figlia rompi scatole (daidaidaidaidai andiamoandiamoandiamoandiamoandiamo - vi ricorda qualcosa? ;)) era riuscito ad avere la meglio sulla pigrizia del babbo che aveva deciso di portarmi a questo concerto. Ci tengo a precisare inoltre che ci tenevo molto affinché i miei genitori sentissero le parole dei ragazzi, perché la loro storia è più particolare che unica, e sinceramente dopo mesi sentivo anche un inspiegabile bisogno di rivederli e riascoltarli. Probabilmente adesso papà starà rinnegando la cosa, pensando che se solo non mi avesse detto di SI quel giorno, tutto quello che ne consegue non sarebbe mai accaduto, e tanto di guadagnato se pensiamo ad un portafoglio pieno.  A buon intenditor poche parole.
A fine concerto Francesco, Riccardo, Matteo e Gianluca sono soliti raggiungere i fans con cui fanno delle foto assieme, scambiano quattro chiacchiere e firmano autografi. Di caratteristica sono una persona timida, e specialmente con loro che sono famosi, mi sentivo a disagio all'idea di disturbarli. Tralasciando lo stupore nel vedere Riccardo salutarmi con la mano e avvicinarsi a me per chiedermi come stavo, come se si ricordasse della sottoscritta (probabilmente anche per via di Facebook ed Instagram), ero riuscita comunque a parlare con Francesco accennandogli al fatto che volevo partire con loro per quel viaggio ma dovevo ancora convincere mio padre. Beh, quel ragazzo era riuscito con quattro parole e uno sguardo sincero a fargli cambiare idea all'istante. "Lasciala partire, sarà una bellissima esperienza". Okay forse erano più di quattro parole, ma il succo del discorso è palesemente chiaro.
E così due mesi dopo sono partita.
La catena di cui parlavo all'inizio ha iniziato a diventare più fitta di eventi e legami che sono nati in seguito a quel viaggio che mi ha cambiato la vita. Chi mi conosce bene penso possa capirlo anche solo guardandomi negli occhi. Dopo l'esperienza in Terra Santa ho avuto modo di rivedere i ragazzi quasi ogni settimana, tra concerti, presentazione del libro di Francesco (La Strada del Sole, edito Rizzoli - per chi fosse interessato ad approfondire lì viene raccontata la loro storia, un libro che per certi versi ha contribuito a rendere migliore la mia vita come quella di molte altre persone), ed il progetto forse più bello di tutti: quello dell' OFFICINA DEL SOLE. Non mi soffermo nello spiegare di che cosa si tratta, perché è tutto ben spiegato sul sito internet. Posso solo dire che l'Officina del Sole è diventata in queste ultime settimane come una seconda famiglia per me, ho avuto modo di conoscere meglio i ragazzi e apprezzarli ulteriormente nella loro genuinità, e soprattutto è stata la mia unica ancora di salvezza, la Luce che ha scacciato via il buio e l'oscurità che stavo vivendo da mesi se non anni. È entrata a far parte della mia vita proprio nel momento in cui non c'era nessun altro pronto a sostenermi. Si tratta di qualcosa di molto speciale.

È buffo pensare che una semplice scelta, fatta magari con passività, possa portare a qualcosa di grande ed inaspettato. Ma per me è stato così. Avevo perso le speranze e quattro ragazzi, guidati da una Luce più grande, sono riusciti a ridonarmi la gioia di vivere. Non avrò mai abbastanza parole per esprimere la mia più sincera gratitudine per questo, sebbene dalla lunghezza chilometrica di questo post non si direbbe. Ha ha ha :)

Per chi fosse interessato, QUI trovate il mio post sulla FdR e FdG 2013, mentre QUI racconto dell'esperienza vissuta con i ragazzi in Israele e Palestina.
Inoltre vi invito a visitare il sito internet dei The Sun e quello dell' Officina Del Sole, non ve ne pentirete! Parola di giovane marmotta ;)

Cheers! x

1 commento:

  1. "È buffo pensare che una semplice scelta, fatta magari con passività, possa portare a qualcosa di grande ed inaspettato. Ma per me è stato così. Avevo perso le speranze e quattro ragazzi, guidati da una Luce più grande, sono riusciti a ridonarmi la gioia di vivere."
    Non avevo mai letto il tuo blog Emmy e... wow.

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