2014-07-09

Un invito, poi un viaggio...ora il racconto.

Era una cosa che volevo tenere principalmente per me, ma in seguito a quanto sta accadendo in questi ultimi giorni nel Medio Oriente, mi sento quasi in dovere di raccontare l'esperienza che ho passato ad inizio aprile in quei territori e perché tutta questa situazione mi tocchi nel profondo, sebbene talvolta io creda che alcuni non riusciranno a capire che cosa si prova nel vedere una terra cara vivere una situazione così terribile, poiché è più facile ascoltare le notizie in maniera passiva e forse talvolta addirittura apatica.


Un invito, poi un viaggio.
È tutto iniziato così. Come dice il testo della canzone "Betlemme" da cui sono tratte tratte queste parole, tutto parte da un invito che ho deciso di accogliere quando mi trovavo ancora nel Regno Unito e che mi ha recentemente portata a fare un viaggio indimenticabile in quelle terre del Medio Oriente in cui si narra che sia partito tutto.
A fare da colonna sonora al viaggio le canzoni dei The Sun, band vicentina formata da quattro ragazzi (Francesco, Matteo, Gianluca e Riccardo), che con la loro importante presenza hanno saputo animare queste giornate rendendole speciali e al tempo stesso indimenticabili.




Lo scorso 3 Aprile eravamo più di 200 Spiriti del Sole, belli e pronti per intraprendere un'incredibile viaggio-avventura nelle terre di Israele e Palestina. Una volta arrivati all'aeroporto di Tel Aviv, ricordo che la prima cosa che mi ha colpita è stato un profumo inebriante, ma fresco e floreale, caratteristica che non avevo mai riscontrato in nessun altro aeroporto in cui sono stata. Subito dopo aver preso i nostri bagagli ci siamo divisi in gruppi e siamo partiti alla volta di Nazareth, dove a mezzanotte ci attendeva una cena con i fiocchi, sicuramente apprezzata dopo più di dodici ore di viaggio.




Il secondo giorno, dopo una bella colazione animata dal chiacchiericcio dei presenti, ci siamo recati in centro a Nazareth dove abbiamo visitato la Basilica e Grotta dell'Annunciazione e la chiesa di San Giuseppe. Nel pomeriggio ci aspettava una bella camminata per il Monte Tabor con messa tutti insieme presso la Basilica della Trasfigurazione, mentre la sera siamo scesi dal Monte con in mano delle colorate fiaccole di cartapesta, ammirando il crepuscolo e le prime luci di Nazareth.









Il terzo giorno abbiamo lasciato Nazareth in direzione di Betlemme, Palestina, dove avremmo quindi trascorso i successivi cinque giorni. Questa è stata una giornata molto speciale, perché abbiamo avuto modo di fare un breve tratto di navigazione sul lago di Galilea, con sosta a Tabgha. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il Monte delle Beatitudini, un piccolo paradiso in terra, ricco di una vegetazione colorata e ben curata. Ci siamo riuniti tutti in una specie di piccolo anfiteatro all'aperto, dove abbiamo cantato assieme ai ragazzi alcune loro canzoni mentre ci accompagnavano chi la chitarra (Francesco e Gianluca), chi con la fisarmonica (Matteo), chi con la propria simpatia (Riccardo). È stato un momento molto speciale. Durante la seconda parte del pomeriggio ci siamo recati a Cafarnao, denominata come La città di Gesù, dove secondo il Vangelo egli si trasferì subito dopo aver lasciato Nazareth. Era già il crepuscolo quando ognuno di noi si è recato al rispettivo pullman per raggiungere quindi l'albergo a Betlemme, dove avremmo poi concluso la lunga giornata tutti insieme a cena.









Il quarto giorno abbiamo visitato il Caritas Baby Hospital, l'unico ospedale infantile dell'intera Palestina, che non fa assolutamente distinzione tra le diverse religioni ed è pronto ad ospitare sia bambini cristiani, ma anche ebrei o musulmani. 
Il pomeriggio ci siamo recati all' Hogar Ninos Dios, una casa famiglia che accoglie una ventina di bambini diversamente abili o con diverse problematiche che sono stati abbandonati dalle loro famiglie. Purtroppo le disabilità fisiche o mentali vengono considerate una punizione divina dai famigliari di questi bambini che decidono quindi di non volersi più far carico di loro.
Vedere gli occhi luminosi di queste piccole creature nonostante le grandi sofferenze che li affliggono mi ha fatto capire che alcuni dei problemi che viviamo oggigiorno sono sciocchezze in confronto. Questi bambini hanno il diritto di vivere come qualsiasi loro coetaneo, ed è triste pensare che la situazione del paese in cui vivono incide profondamente sulla loro quotidianità, limitando loro le possibilità a cui avrebbero invece diritto in quanto bambini e prima di tutto persone...






Il quinto giorno è stato parecchio impegnativo perché abbiamo attraversato a piedi il deserto di Giuda, raggiungendo Gerico a piedi. Ma la fatica del camminare per lunghe ed intense ore sotto il sole cocente è stata ripagata a fine cammino (abbronzatura/scottatura fuori programma a parte - non sono una fan delle creme solari, lo devo ammettere) da un bel bicchiere di spremuta d'arancia, direttamente preparataci dai beduini del posto. Sono rimasta molto colpita anche dai diversi bambini beduini che ci venivano dietro durante il nostro cammino su quelle distese rocciose, soprattutto perché camminavano scalzi, ma parevano non farci caso. Parlandone anche con Francesco (che si era già recato in queste terre e aveva anche avuto occasione di donare ulteriore gioia ai bambini suonando per loro in una delle tende), abbiamo potuto constatare che queste persone così semplici vivono la giornata e si accontentano davvero di pochissimo e anzi, se noi "ricchi occidentali" pensiamo a loro con frasi del tipo "poverini, vivono di niente", in realtà per i beduini siamo noi quelli poveri perché non ci facciamo mai bastare nulla e non sappiamo apprezzare le piccole e semplici cose della vita. Niente di più vero. Penso che bisognerebbe davvero vedere con i propri occhi come per certe persone basti davvero poco per 'stare bene', e di quanti problemi inutili ci carichiamo noi ogni singolo giorno, senza saper davvero apprezzare la semplicità, ma dando invece tutto per scontato e pretendendo sempre di più, con conseguente infelicità e pseudo certezza di vivere una vita infelice. Ricordo inoltre col sorriso l'immagine di Francesco mentre cercava di dare le bucce d'arancia alle capre dei beduini che invece preferivano sfuggirgli via. Piccoli momenti di risate sincere.
Durante il primo pomeriggio abbiamo raggiunto Qasr el Yahud, dove abbiamo rinnovato le promesse battesimali sul Giordano e dove si narra nel Nuovo Testameno che secoli prima Gesù si era fatto battezzare proprio in quel luogo da Giovanni Battista. Una delle prime cose che mi sono saltate all'occhio una volta arrivata lì, erano i numerosi cartelli che incitavano a prestare attenzione perché il territorio circostante era minato.
Un'altra delle cose che abbiamo fatto durante quella giornata è stata felicitamente spuntata dalla mia lista di 100 cose da fare prima di morire, ovvero il bagno del Mar Morto. In ventun anni di vita non ero mai riuscita prima a fare il morto galleggiando senza problemi nell'acqua: comincio a credere che dietro al nome di questo lago salato ci sia molto di più. Sono piccole soddisfazioni.
Una volta raggiunto il nostro albergo e dopo una bella e meritata cena, abbiamo avuto modo di incontrare alcune comunità locali palestinesi con cui abbiamo avuto il piacere di scambiare un paio di chiacchiere, per capire meglio le difficoltà della loro vita in Palestina.












Durante il sesto giorno siamo scesi per la prima volta a Gerusalemme visitando il monastero di San Pietro in Gallicantu, il Cenacolo e il luogo della Dormizione di Maria. Tra i vari luoghi senz'altro ricchi di storia ed interesse, quello che più mi ha colpita in quella giornata è stato il monte degli ulivi e più precisamente il Getsemani, dove abbiamo vissuto momenti di riflessione in pace ed armonia con ciò che ci circondava. Dal Getsemani ho così visto il sole tramontare dietro alla cupola d'oro di Gerusalemme, è stato un momento speciale.









Il settimo giorno abbiamo ripercorso la Via Crucis per le strade di Gerusalemme, visitando infine il Calvario e il Santo Sepolcro. Abbiamo inoltre fatto un giro per la Città vecchia, visitando il quartiere cristiano, arabo ed ebraico. I colori vivaci e gli aromi delle spezie parevano abbracciarci durante il cammino tra le varie viuzze della città. A fine pomeriggio siamo anche andati al Muro del Pianto, al quale ognuno di noi ha voluto affidare qualche riflessione.
L'umore collettivo si è decisamente risollevato a fine giornata, prima con il concerto elettrico dei The Sun nella piazza Manager Square di Betlemme, a cui hanno partecipato più di duemila giovani tra cristiani, ebrei e musulmani, e infine alla discoteca Cheers dove abbiamo voluto festeggiare assieme ai ragazzi la bella settimana appena trascorsa tutti insieme.












Nell'ottavo ed ultimo giorno abbiamo raggiunto a pochi passi dall'albergo in cui alloggiavamo a Betlemme,  il muro di separazione per fare Messa nei pressi della Madonna del Muro. Quel muro che un mese fa, in concomitanza con la visita di Papa Francesco, hanno deciso di imbiancare, quasi come a voler imbavagliare quelle disperate grida di libertà da parte di migliaia di giovani Palestinesi e non, espresse attraverso scritte varie e graffiti pari a vere e proprie opere d'arte. 
C'era tensione nell'aria. Alla vista di un gruppo di persone così numeroso, i soldati israeliani avevano immediatamente chiuso il cancello del check-point per poi intimarci ad allontanarci puntandoci addosso le armi. Tutti noi, guidati da Abuna Mario, abbiamo invece proceduto con fare intrepido, dimostrando anche con i nostri canti e con il nostro fare pacifico che non eravamo affatto una minaccia.
A fine messa ci siamo addirittura avvicinati e abbiamo stretto loro la mano per salutarli mentre questi ci guardavano con un misto di stupore ed imbarazzo. Mi domando se così facendo abbiamo smosso qualcosa nei loro animi, fin troppo abituati a vedere cattiveria e a rispondere con violenza. Io mi auguro di si.










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Voglio inoltre copiare ed incollare  anche alcuni pensieri scritti una volta tornata a casa: 


11 aprile 2014:
"Un invito, poi un viaggio", canzone che ha fatto un po' da colonna sonora a questa bellissima avventura.Svegliarsi stamattina e realizzare di non dover fare tutto di corsa per fare colazione e raggiungere puntuali il proprio pullman (viva gli Azzurri!!), pronti alla scoperta di un nuovo posto INDELEBILE; tra le sollecitazioni di Agnese"dai Emmy veloce", i diversi Yalla Yalla che hanno accompagnato il nostro viaggio, le risate e gli abbracci di Nicole (Anna), le diverse canzoni che hanno accompagnato i nostri tragitti (grazie di cuore Silvia), ritrovare amici conosciuti quasi per caso un mese prima (Valentina), scoprirne di nuovi (e qui ci sarebbero troppe persone da taggare ma vorrei ringraziare di cuore Valentina e Francesca e Chiara ) ed incontrarne di altri (Serena); la pazienza di Gabriele, la testimonianza di Abuna Mario Cornioli e dei suoi bellissimi bambini così speciali; le risate, i sorrisi e gli abbracci pronti a riempirti la giornata e a darti quella carica in più nonostante le scarse ore di sonno; la presenza dei The Sun Music che con la loro musica e presenza hanno dato un tocco speciale al viaggio stesso (grazie di cuore per tutto Matteo, Francesco, Riccardo, Gianluca - ve l'ho già detto ma non mi stuferò mai di ripetere che siete delle bellissime persone), ma anche a Michele , presenza importante affinché si potesse realizzare tutto ciò.Non ci sono parole sufficienti per descrivere il mix di sentimenti e sensazioni che provo in questo momento: realizzare che fuori dal mio paese ci sono persone che lottano ogni giorno per la vita, per cercare di buttare giù quel muro di cemento che è la loro prigione e che impedisce loro di essere liberi come vorrebbero e come soprattutto meriterebbero, che l'essere fortunati è una cosa molto relativa perché lì si vive la giornata e ci sono bambini che sanno essere felici con le cose più semplici e genuine. Tutto questo mi ha fatto capire una cosa importante: il nostro viaggio sarà anche finito, ma la voglia di fare qualcosa di grande, di cambiare le cose, d'impegnarsi anche nel proprio piccolo per vedere un sorriso sui volti di quelle persone coraggiose e di portare avanti la propria testimonianza, tutto questo è appena iniziato."Ho visto santi senza niente dare pace a molti, attivi e forti più di mille uomini potenti, nessun limite ha l'anima che s'affida al Bene, la Luce schiude e non preclude questa è la mia Fede".Un grazie di cuore a tutti gli Spiriti del Sole con cui ho condiviso questo viaggio, SIETE SPECIALI!....................................e ora YALLA YALLA!!
9 Maggio 2014:
9 Aprile 2014, proprio in quella piazza a Betlemme, davanti alla Basilica della Natività, si era concluso il nostro viaggio con un concerto indimenticabile. Un invito che ho colto quasi per caso, pensando che sarebbe stato un viaggio che mi avrebbe semplicemente fatto vedere posti che mai avrei pensato di visitare. E invece è stato Il Viaggio, che mi ha letteralmente cambiato la vita, fatto conoscere persone ed amici fantastici, fatto capire che bisogna continuare a combattere per la pace e per i propri sogni. Fatto capire che cosa significa gioire per le cose più semplici e sincere, che ci sono persone che non hanno nulla e anche se vivono in condizioni difficili ti sanno donare un sorriso che ti riempie il cuore di amore.Penso che non ringrazierò mai abbastanza coloro che hanno reso possibile tutto questo, perché talvolta non ci sono parole sufficienti per esprimere ciò che si prova. Un invito, poi un viaggio...che mi ha aperto gli occhi e il cuore.Rivedere le immagini alla televisione, pensare "ehi ma io ero lì, ho visto quelle cose e parlato con quelle persone" è indescrivibile. Spero di ritornare in quelle terre il prima possibile. ♥"Betlemme cerca solo pace e semplicità!"

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A volte ripenso che forse avrei fatto meglio a scrivere un post diviso per giornate, a volte penso che forse avrei dovuto scrivere tutto questo prima, mentre ci sono stati altri momenti in cui avevo sicuramente preferito tacere. Fino ad adesso. Ovviamente capire le emozioni che sto provando in questi giorni, stando anche a ciò che ho vissuto intensamente in quelle terre, è difficile specialmente se gli altri non sanno esattamente che cosa questo Viaggio ha significato per me. Poco male, in fin dei conti sono del parere che pochi potrebbero veramente capire senza viverlo sulla propria pelle. Ho però deciso di mettere tutto nero su bianco, anche se magari l'ho fatto in maniera schematica, non so, spero comunque d'aver raccontato le cose in maniera decente :)
 Non so chi sarà arrivato a leggere tutto fino a questo punto, ma se l'hai fatto ti ringrazio. Ho voluto condividere tutto questo, qui nel mio blog (che tra l'altro non aggiornavo da un sacco, sebbene abbia un sacco di cose da raccontare), anche con l'augurio affinché anche voi possiate un giorno fare un'esperienza simile. 
Non nego che sono sempre stata scettica nei confronti del Medio Oriente e mai avrei pensato di prendere un giorno un aereo e raggiungere queste terre, bloccata soprattutto dall'idea di andare in un posto che sicuramente non è tra i più tranquilli e pacifici sulla faccia della terra. Eppure anche oggi, se solo potessi, riprenderei quell'aereo per raggiungere una Terra che, non appena avevo toccato il suo suolo riempiendo i miei polmoni di quella profumata ed inebriante aria, pareva volesse dirmi Ciao Emmy, bentornata a casa.

Le foto che ho deciso di postare qui sono poche, molte altre le potete trovare nell' album dedicato, sulla mia Pagina Facebook .

Voglio inoltre allegare anche un video realizzato come sorpresa per i ragazzi, che vuole raccontare con delle immagini la gioia condivisa in amicizia di quei giorni così speciali.





Il nostro viaggio è stato seguito, giorno per giorno, anche dall'emittente televisiva TV2000 che ha poi trasmesso per una settimana immagini in diretta e non del viaggio. I video sono disponibili sul loro canale YouTube per chi fosse interessato. :)

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