2013-04-16

#prayforboston

© PandaLikes  & A Panda Piace - Pagina Facebook
Faccio fatica a cacciare dentro le lacrime mentre scrivo queste parole. Ma anche se è quasi l'una di notte sento che è giusto farlo perché come minimo trovo uno sfogo, un modo per liberare la mente buttando giù delle parole, quello che sento dentro.
Nell'ultimo paio di ore internet è stato bombardato (che parola...soprattutto visto l'accaduto) da articoli, trends su Twitter e post su Facebook dedicati alle esplosioni di bombe piazzate nel centro di Boston, in vista del termine della Maratona di Boston.
Se non fosse stato per mio padre che mi ha scritto un messaggio per chiedermi se fossi venuta a conoscenza dell'accaduto, probabilmente l'avrei scoperto appena qualche ora dopo.

Io non ho davvero parole per descrivere come mi sento in questo preciso momento, perché forse non lo so nemmeno io. Ho avuto la fortuna di vivere a Boston per un periodo e mi sono letteralmente affezionata alla città; lì ho lasciato il mio cuore, nella speranza di poterci ritornare di nuovo, prima o poi.
Capirete quindi lo stato confusionale in cui mi trovo, l'orrore nel leggere articoli che spiegano cos'è successo, vedere fotografie scattate subito dopo l'esplosione, vedere i video, persone ricoperte di sangue, gente che spaventata scappa non si sa bene dove. Non posso credere che sia successo. Non posso o meglio, non voglio credere che al giorno d'oggi queste cose accadono ancora, con una frequenza addirittura maggiore.
Einstein diceva che nemmeno un topo costruirebbe una trappola per topi come fece invece l'uomo con la bomba atomica. L'uomo è un essere spregevole, egoista, menefreghista e soprattutto è la bestia delle bestie. E va sempre peggiorando. Invece di usare l'intelligenza donatagli, la sfrutta male con azioni subdole, cattive, che tolgono agli altri la libertà. Talvolta addirittura la libertà stessa di vivere.
Sono questi i momenti in cui mi rendo conto di quanto sia fragile la vita di un essere umano. Di quanto sia facile esserci e subito dopo non esserci più, sparire *puff* come se non fossimo mai esistiti. Di come possiamo improvvisamente scomparire dalla vita di tutti - persone care o meno - lasciando su quello che era il nostro percorso, la nostra vita con la routine di tutti i giorni, impronte che segnano il nostro passaggio che vanno via via scomparendo, per lasciare nel cuore di chi ci vuole bene soltanto tristezza che col passare del tempo potrà anche diminuire se non suscitata da ricordi che ahimé, a parer mio sono la cosa che uccide più della lama stessa. La mancanza di una persona si fa sentire molto appena subito dopo la sua scomparsa perché il distacco da una realtà all'altra è enorme, ma dopo che ci abituiamo alla sua assenza è come se in parte questa persona non sia mai esistita, sebbene viva ancora nei nostri ricordi più profondi.

Non mi soffermo ulteriormente perché mi ritrovo in uno stato confusionale in cui la mia mente è offuscata dallo shock e dallo stupore al tempo stesso.

Vi lascio con un video della canzone "Boston" degli Augustana (tra l'altro è una delle mie canzoni preferite di cui avrei linkato volentieri il video ufficiale, ma per qualche arcano motivo è stato rimosso dal canale della band e non lo trovo su YouTube manco a pagare) e con due foto scattate da me qualche anno fa, due attimi diversi che ho rubato a questa città quando non si prevedeva che qualcosa di così terribile potesse davvero accadere.

Ah dimenticavo, vedete la prima immagine? Penso che nella sua semplicità sia davvero bella.
Vi invito quindi a dare un'occhiata al sito di A Panda Piace  e a diventare fan della sua Pagina Facebook. Giacomo, il "papà" di Panda, è stato davvero tanto gentile nel concedermi di postare il suo disegno qui sul blog e spero che quest'immagine possa, nonostante tutto, farvi sorridere come ha fatto sorridere me.




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