2013-10-27

We all live in a Yellow Submarine!

Lo scorso 19 ottobre sono andata a Liverpool in giornata. È stata una cosa molto alla "mordi e fuggi" però, nonostante il poco tempo a disposizione, ho cercato di vedere il più possibile e di scattare tante fotografie.
Siamo partiti col pullman verso le 9 e mezza del mattino da Bangor e dopo due ore circa di viaggio siamo arrivati in città, più precisamente nella parte a sud ovest della città, dove ci sono i vari musei, tra cui quello dei Beatles.
Una volta sul posto ho capito che purtroppo nelle cinque ore di tempo libro che ci erano state date, non potevo permettermi di rinchiudermi in un museo e quindi ho dovuto abbandonare l'idea di visitare il museo della famosa band liverpooliana, sebbene mi sarebbe però piaciuto. In compenso ho acquistato la maglietta di Abby Roady (e uno sfizio è stato tolto).
Successivamente mi sono unita ad altri italiani (MALE per la lingua!!) e abbiamo fatto tappa obbligatoria da Starbucks per pranzo, poiché un ragazzo che era con noi non ci era mai stato in vita sua...eh beh, c'è sempre una prima volta! :)
Il centro cittadino mi è piaciuto molto anche perché devo ammettere che dopo un mese in una cittadina piccola come Bangor, un po' di vita e di shopping mi erano mancati.
Immancabili nel nostro itinerario il quartiere cinese (dove abbiamo scattato un paio di foto sotto all'arco) e la cattedrale di Liverpool, che però mi ha delusa. Sebbene l'edificio possa apparire possente agli occhi di chi lo guarda dall'esterno e all'interno sia davvero grande, quello che mi ha lasciata perplessa a parte il negozietto di souvenir (che FORSE ci può stare, forse), sono stati una scritta al neon fuxia accanto all'uscita della cattedrale (che faceva molto club notturno), ma soprattutto un ristorante-caffetteria disposto su due piani. Un angolo ristorazione in una cattedrale, giuro, non ho mai visto una cosa simile. La trovo assai profana.
Finito il giro nella cattedrale, siamo ritornati nella parte commerciale della città per dedicarci a qualche acquisto, dandoci appuntamento  all'ora dopo per andare a passare le nostre ultime due ore a Liverpool nel museo davanti al porto, dove c'era una mostra sulla schiavitù e una d'arte moderna.
In quell'oretta libera mi sono dedicata alla ricerca dei latte spoons per quando faccio i miei milkshake (dato che quello normale da tè è troppo corto e quello da minestra troppo grande), ho poi qualche souvenir per alcuni amici e una borsa in canvas con la scritta Keep Calm and Carry On.


Camminavo tranquilla per il centro quando, alla vista dell'enorme negozio in vetro dalla mela Magica, non sono riuscita a resistere e sono entrata all'interno. Il posto era chiaramente affollato, come in ogni altro Apple Store, e mi sono diretta verso lo stand con gli iPod.
Erano mesi, dopo la morte del mio vecchio iPod da 20GB che stavo meditando sull'acquisto di un nuovo iPod, poiché gli 8GB del mio nano erano troppo pochi e non me la sentivo di continuare a riempire l'iPhone e avere sempre a disposizione soltanto una decina di megabyte liberi.
Ho così scelto il modello Classic da 160GB, ora non dovrò più preoccuparmi di non avere memoria sufficiente per portare sempre con me i miei cd preferiti! :)

























































































































"Gardening", Natalya Goncharova, 1908.


"The bowl of milk", Pierre Bonard, 1919.


"The inattentive reader", Matisse, 1919.




"Harbour and room", Paul Nash, 1932.




"Summertime: Number 9A", Jackson Pollock, 1948.










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